L’Acceleratore dell’imprenditoria femminile tiene un evento alla 66a sessione della Commissione sulla condizione delle donne in cui si esortano le parti interessate a investire nelle donne imprenditrici per far fronte al cambiamento climatico
L’Acceleratore dell’imprenditoria femminile tiene un evento alla 66a sessione della Commissione sulla condizione delle donne in cui si esortano le parti interessate a investire nelle donne imprenditrici per far fronte al cambiamento climatico
Le donne imprenditrici contribuiscono in molteplici modi alla creazione di un futuro inclusivo e sostenibile
NEW YORK e GINEVRA--(BUSINESS WIRE)--Consapevole del nesso tra il cambiamento climatico e la disuguaglianza di genere, l’Acceleratore dell’imprenditoria femminile (Women’s Entrepreneurship Accelerator, WEA) ha riunito il 18 marzo u.s. rappresentanti d’alto livello dei suoi membri fondatori per discutere il ruolo fondamentale svolto dall’imprenditoria femminile nello spianare la strada all’adattamento, alla mitigazione e alla risposta al cambiamento climatico, nonché i contributi apportati dalle donne imprenditrici quali fautrici del cambiamento alla creazione di una società più sostenibile e inclusiva per tutti.
All’evento, CSW ha posto l’enfasi sull’importanza fondamentale rivestita dall’imprenditoria femminile nella lotta contro il cambiamento climatico, sulla necessità di abbattere gli ostacoli strutturali e culturali che bloccano l’accesso da parte delle donne alle opportunità economiche e sui modi in cui si possono sostenere le donne imprenditrici quali risolutrici di problemi per promuovere e investire in idee innovative. Ha inoltre illustrato i diversi modi in cui si possono accelerare le opportunità economiche per le donne, soffermandosi sull’approvvigionamento sensibile al genere, ed ha esortato quanti si sono assunti l’impegno di promuovere l’emancipazione femminile ad accelerare il cambiamento a favore delle donne in tutto il mondo aderendo all’Acceleratore.
Le donne imprenditrici si imbattono, da sempre, in numerosi ostacoli, tra cui la mancanza di accesso al capitale, un minor numero di reti imprenditoriali rispetto agli uomini e politiche che scoraggiano la partecipazione femminile al mercato del lavoro1, ove tali ostacoli sono resi ancor più insormontabili da leggi inique. Secondo quanto emerso da uno studio condotto dalla Banca Mondiale nel 2022, quasi 2,4 miliardi di donne in età lavorativa non godono ancora degli stessi diritti economici di cui godono gli uomini. In 178 delle 190 economie incluse nello studio sussistono tuttora barriere giuridiche che impediscono la piena partecipazione delle donne alla vita economica, mentre in 86 Paesi vigono ancora limiti in termini delle professioni che le donne possono intraprendere. In 95 Paesi alle donne non viene garantita la parità di retribuzione per lo stesso lavoro, mentre in 76 Paesi sono in vigore leggi che limitano i diritti delle donne alla proprietà terriera, una risorsa vitale per ridurre la povertà.2
Onde abbattere questi ostacoli di natura strutturale e culturale in cui si imbattono le donne imprenditrici, in occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 2019 è stato istituito l’Acceleratore dell’imprenditoria femminile in collaborazione con sei agenzie delle Nazioni Unite ai fini della creazione di un ecosistema a sostegno delle donne imprenditrici per potenziarne al massimo l’impatto sullo sviluppo sostenibile.
Stando ai dati pertinenti alle questioni sollevate nel corso dell’evento, le donne imprenditrici sono consapevoli del fatto che gli effetti degli investimenti aziendali vanno ben oltre il rendimento finanziario e sanno che il rendimento finanziario e il rendimento sociale non si escludono necessariamente a vicenda. Secondo il Global Entrepreneur Report del 2020 a cura di BNP Paribas, il 54% delle donne imprenditrici ha riferito che, al di là del reddito, la riduzione della propria impronta di carbonio è il principale parametro da esse usato per la misurazione del successo degli investimenti, ove tale parere è condiviso solo dal 41% degli uomini.3
Deborah Gibbins, direttrice operativa presso Mary Kay Inc., che ha inaugurato l’evento, ha fatto appello affinché vengano abbattute le barriere che ostacolano l’emancipazione femminile spiegando i motivi per cui “il cambiamento climatico non è neutrale rispetto al genere. Sono le donne e le ragazze a pagare il prezzo più alto. La loro maggiore vulnerabilità è una conseguenza diretta delle disparità di genere a livello politico, sociale, culturale ed economico che sono radicate nelle società in cui vivono”. La signora Gibbins ha quindi aggiunto che le donne sono in prima linea nella lotta contro il cambiamento climatico e che, da intere generazioni, “usano tattiche innovative per mitigare l’impatto del cambiamento climatico. Questa non è una novità. Ciò di cui hanno bisogno ora è il riconoscimento della loro leadership e un ecosistema pensato in funzione delle loro esigenze”.
Rilevando come la pandemia di Covid-19 abbia invertito alcuni dei progressi compiuti a favore della parità di genere, Vic Van Vuuren, direttore della divisione Gestione delle imprese presso l’Organizzazione internazionale del lavoro (International Labour Organization), ha sottolineato che “sebbene le donne già partecipino all’economia verde in qualità di imprenditrici, responsabili, agricoltrici e lavoratrici nei settori dell’ecoturismo, della gestione dei rifiuti e dell’energia rinnovabile, dobbiamo ammettere che i passi avanti intrapresi sino ad ora non bastano. Le questioni e la parità di genere devono essere integrate in in tutte le politiche globali, le politiche aziendali e le politiche nazionali”.
Pamela Coke-Hamilton, direttrice esecutiva del Centro per il commercio internazionale (International Trade Centre), ha osservato che “le micro, piccole e medie imprese, in particolare quelle di proprietà di donne, si imbattono in ostacoli nel cercare di rendere le loro pratiche commerciali più sostenibili. Noi del Centro per il commercio internazionale adottiamo un approccio olistico a sostegno dell’imprenditoria femminile affinché le donne possano contribuire allo sviluppo di un’economia verde e sostenibile. Sostenere le imprese a conduzione femminile non è solo positivo per l’economia, ma accelera anche la nostra transizione verso la sostenibilità”.
Enfatizzando la necessità di garantire pari opportunità nell’economia verde per favorire interventi più incisivi, Stephen Bereaux, vicedirettore dell’Unione internazionale delle telecomunicazioni (International Telecommunication Union), ha messo in luce il nesso tra l’imprenditoria femminile e la messa a punto di soluzioni innovative, eque e inclusive per risolvere le questioni relative alla sostenibilità e al cambiamento climatico. “Se si permette alla donne di partecipare, le pratiche sostenibili e i modelli di business si ridimensioneranno più rapidamente”, ha dichiarato Bereaux.
Sottolineando l’importanza di una ripresa verde inclusiva, Haoliang Xu, vice segretario generale e direttore dell’Ufficio per il sostegno alle politiche e ai programmi (Bureau for Policy and Programme Support) del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite, ha detto che “l’UNDP crede fermamente che ci troviamo di fronte alla sfida più grande della nostra generazione e dobbiamo quindi ricostruire meglio. Dobbiamo fare la cosa giusta per le generazioni di donne a venire”.
Sanda Ojiambo, direttrice esecutiva e amministratrice delegata dell’iniziativa Global Compact delle Nazioni Unite, si è espressa in merito al potere del settore privato nello sfidare lo status quo specificando che “perché le soluzioni siano durature e la giustizia climatica diventi una realtà, le donne imprenditrici devono avere voce in capitolo ed essere incluse nell’intera catena del valore”.
In riferimento alla creazione di soluzioni incisive, Anita Bhatia, vice segretaria generale e vicedirettrice esecutiva di UN Women, ha sottolineato la necessità di adozione di pratiche di approvvigionamento più attente al genere, che “rendano i fornitori di beni e servizi più propensi ad acquistare solo o prevalentemente da imprese a conduzione femminile. Le donne trarrebbero giovamento da ciò in quanto rafforzerebbe la loro posizione, e quella delle loro imprese, all’interno della catena di approvvigionamento”.
Sottolineando la necessità di maggiori interventi e più partenariati intersettoriali, Aldijana Šišić, capo della divisione Partenariati multilaterali e Servizi di consulenza (Multi-Stakeholder Partnerships and Advisory Services) di UN Women, ha parlato degli interventi interconnessi necessari per gestire i rischi e le opportunità associati al cambiamento climatico e alla disparità di genere. “La lotta contro il cambiamento climatico non ha come unico scopo quello di proteggere il pianeta; mira anche ad abbattere gli ostacoli al progresso. Si sta diffondendo sempre più la consapevolezza che le micro, piccole e medie imprese di proprietà di e guidate da donne svolgono un ruolo chiave nella creazione di soluzioni per far fronte al cambiamento climatico. Dobbiamo accelerare il processo e dobbiamo investire di più”.
Elizabeth Vazquez, presidentessa, amministratrice delegata e cofondatrice di WEConnect International, che ha moderato l’evento, ha affermato che “le donne rappresentano il 51% della popolazione mondiale e possiedono il 33% di tutte le attività private, eppure guadagnano solo l’1 per cento del fatturato generato dalla vendita di prodotti e servizi alle grandi società a livello globale”. La signora Vazquez ha esortato le parti interessate ad “agire con determinazione e urgenza, in concertazione con tutte le parti e con maggior spirito di iniziativa” se si vogliono raggiungere gli Obiettivi globali entro il 2030.
Una registrazione dell’evento è disponibile qui.
Informazioni sull’Acceleratore dell’imprenditoria femminile
L’Acceleratore dell’imprenditoria femminile (Women’s Entrepreneurship Accelerator, WEA) è una è un’iniziativa multi-collaborativa dedicata all’imprenditoria femminile che è stata istituita durante la 74a l’Assemblea generale delle Nazioni Unite (UNGA 74). Vi partecipano sei agenzie dell’ONU, ossia l’Organizzazione internazionale del lavoro (International Labour Organization, ILO), il Centro per il commercio internazionale (International Trade Center, ITC), l’Unione internazionale delle telecomunicazioni (International Telecommunication Union, ITU), il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UN Development Programme, UNDP), l’iniziativa UN Global Impact (UNGC), l’iniziativa UN Women e Mary Kay Inc. per favorire l’emancipazione di 5 milioni di donne imprenditrici entro il 2030.
L’obiettivo ultimo dell’iniziativa consiste nel massimizzare il contributo apportato dall’imprenditoria femminile alla concretizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) attraverso la creazione di un ecosistema a sostegno delle imprenditrici in tutto il mondo. L’Acceleratore esemplifica il potere trasformativo di un’iniziativa multicollaborativa di portata ineguagliata per sfruttare appieno il potenziale delle donne imprenditrici. Per ulteriori informazioni visitate we-accelerate. Seguiteci su: Twitter (We_Accelerator), Instagram (@we_accelerator), Facebook (@womensentrepreneurshipaccelerator), LinkedIn (@womensentrepreneurshipaccelerator)
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1 https://www.oecd.org/cfe/smes/Policy-Brief-on-Women-s-Entrepreneurship.pdf
2 Gruppo della Banca mondiale. 2022. Women, Business and the Law 2022. Washington, DC: Banca mondiale.
3 Global Entrepreneur & Family Report del 2021 a cura di BNP Paribas.
Il testo originale del presente annuncio, redatto nella lingua di partenza, è la versione ufficiale che fa fede. Le traduzioni sono offerte unicamente per comodità del lettore e devono rinviare al testo in lingua originale, che è l'unico giuridicamente valido.
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